giovedì 14 maggio 2009

ANOMALIE URBANE - EMERGENZA CASA






ANOMALIE URBANE…Make Worlds before buildings

Venerdi 15 Maggio 2009

EMERGENZA CASA, ore 10.00, Cotonificio, aula M1 - IUAV Venezia

La questione abitativa è oggi un’emergenza strutturale nella città e nella pianificazione del territorio.
In Europa oggi, vivono 18 milioni di persone mal alloggiate e 3 milioni sono le persone letteralmente senza fissa dimora.
Tutto ciò è aggravato ulteriormente dalla crisi tutt’ora in corso, con conseguenze non immediatamente percepibili ma da cui non vi è possibilità di un’uscita a breve termine, viste le politiche atte a conservare lo stato e i poteri attuali applicate dai vari governi.
Le prospettive, sono quelle di precarizzazione e di indebitamento, di prestiti e mutui bancari, di statalizzazione e salvataggio di istituti di credito ed assicurativi, di espropriazione del Bios tipica dei meccanismi del capitalismo post-fordista o appunto biocapitalismo.
Ed è la casa che rappresenta la parte piu consistente del debito delle famiglie italiane ad essere al centro della crisi, e per questo è stata individuata dall’Onda, e prima dai movimenti, come campo di azione e rivendicazione, di diritti e di welfare autonomo, di reddito diretto ed indiretto.
Essa è ora un’emergenza anche per il ceto medio italiano, schiacciato tra la crescita dei prezzi di mercato e uno Stato assenteista in materia di politiche abitative, ma sempre pronto a fomentare politiche edilizie atte ad incrementare i profitti del mercato immobiliare.
Azioni che hanno portato a uno sfruttamento intensivo del territorio, attraverso meccanismi di valorizzazione finanziaria dello stesso, e di espropriazione della città e dei suoi abitanti.
Dagli anni 90 in poi il pensiero del Potere è stato quelo significamente espresso dalla affermazione “…ci penserà il mercato”, che è culminata in Italia con la legge 431/98 fatta da un governo di centro-sinistra e che ha abolito l’equo canone, lasciando spazio alla speculazione, e portando a un innalzamento dei prezzi.
Ed oggi la nuova proposta di legge in merito prevede in sintesi la possibilità di ampliare tutti gli edifici per una cubatura del 20%, mentre, per quelli realizzati prima del 1989, si prevede la possibilità di abbatterli e ricostruirli con un aumento della cubatura del 30% , del 35% se realizzati con techine di bioedilizia, termine usato a sproposito, vista la tendenza alla cementificazione.
La Governance quindi non si muove nella direzione del “comune”, anzi attraverso il Piano Casa, finanzia costruttori e palazzinari non rispondendo alle reali esigenze della cittadinanza.
Invece di completare programmi di edilizia residenziale pubblica già avviati, in modo da dare risposte il prima possibile a sfrattati e senza casa propone nuove costruzioni e una gestione privata del patrimonio pubblico attraverso un processo di aziendalizzazione degli enti.
La percentuale dei contratti di locazione ad affitto sociale, risposta reale al problema dell’abitare e ai mutamenti sociali oggi in corso, è la piu bassa d’Europa, (il 4%), dato imbarazzante se confrontato con quelli di Olanda (36 %) o Gran Bretagna (21%)
L’Italia è per altro oggi l’unico paese dell’Unione Europea insieme alla Grecia a non garantire nemmeno un reddito di base e quindi incapace di concepire nuove forme di accesso al credito che vadano oltre gli ammortizzatori sociali.
Tutto avviene quindi con la benedizione di quello Stato, si pubblico ma la cui proprietà è assente e non agisce in funzione di quel Comune che la cooperazione sociale invece costruisce.
Cooperazione sociale che è invece un dato insito nelle nuove forme dell’abitare come la coabitazione o le occupazioni, sia che esse nascano da necessità o da una scelta consapevole, e che si stanno diffondendo come pratica in tutta Europa, da parte di quei soggetti che articolano la nuova domanda abitativa quali studenti, precari, migranti, giovani coppie, single.

Interverranno:

dalle ore 10.00 Andrea Branzi Marino Folin.
dalle ore 14.30 Giovanni Caudo ASC Onda