domenica 2 agosto 2009

TEMPO DI GLOBAL BEACH

TEMPO DI GLOBAL BEACH
(Orsola Casagrande, Venezia)

Dal primo al 13 settembre il Lido di Venezia non sarà solo sinonimo di Mostra del Cinema: quest'anno ritorna la «spiaggia occupata». È stato confermato ieri dopo un blitz degli attivisti veneziani alla conferenza stampa nazionale della Biennale
E Global Beach sarà. Con un annuncio movimentato e a sorpresa ieri è stato confermato che Global Beach 2009 si farà. Un gruppo di attivisti veneziani si sono fatti ascoltare sul palco dell'Excelsior di Via Veneto, dove il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore della mostra del cinema Marco Muller stavano per presentare il prossimo festival del cinema. «Nel tempo della crisi - ha detto Gaia - e dell'attacco governativo a cultura, spettacolo, ricerca e formazione, di cui il previsto taglio al FUS (Fondo unico per lo spettacolo, ndr) è solo l'ultimo pesantissimo esempio, noi abbiamo deciso di mettere a disposizione lo spazio di Global Beach a tutte le componenti dello spettacolo che si stanno mobilitando in queste settimane, ai precari della cultura e della formazione, agli studenti per costruire insieme una nuova soggettività capace di creare mobilitazione e progettualità e che sappia appropriarsi del grande palcoscenico della mostra del cinema».
Dunque sarà Global Beach dal primo al 13 settembre. Global Beach è una spiaggia di proprietà del demanio militare, abbandonata al degrado da quindici anni, che dal 2004 viene temporaneamente occupata nel periodo della mostra del cinema. «Nel tempo della crisi e dell'attacco governativo a cultura, spettacolo, ricerca e formazione, - si legge nell'appello pubblicato ieri su Global Project - la nostra ambizione è che Global Beach possa trasformarsi in un'occasione unica di incontro, confronto e mobilitazione di esperienze tra loro differenti, ma, allo stesso tempo, capaci di connettersi in una logica di potenza e innovazione. Stiamo parlando di esperienze quali l'Onda Anomala studentesca, il movimento dei lavoratori dello spettacolo che sta contestando i tagli al FUS e che ha già indicato la mostra del cinema come appuntamento chiave e la galassia dei lavoratori precari delle grandi istituzioni culturali veneziane, tra i quali gli "interinali" della Biennale che, domenica 26 luglio, hanno dato vita per la prima volta ad un partecipatissimo sciopero proprio di fronte ai cancelli dell'esposizione».
Global Beach non sarà, solamente, la possibilità di poter campeggiare a prezzi economici in un Lido inaccessibile ai più, «lo spazio dove respirare un clima diverso rispetto alla patinata superficie della kermesse ufficiale o dove partecipare ad iniziative culturali indipendenti e di qualità». Del resto la storia veneziana degli ultimi danni è stata profondamente segnata da una strategia informale di sviluppo legata all'investimento sulla cultura contemporanea. Una strategia che ha messo in circolo investimenti ingentissimi e che ha coinvolto soggetti pubblici, privati, nazionali e internazionali.
Il FUS è solo l'ultimo pesantissimo esempio, ma lo stesso bilancio della Fondazione Biennale subirà nel 2009 un taglio di tre milioni di euro nei trasferimenti dello stato. E questi tagli vanno ad aggravare un sistema che, a dispetto dei milioni e milioni di euro messi in circolo, si basava già su di una precarizzazione selvaggia del lavoro vivo culturale.
Global Beach rientra nell'intervento sulla città e in laguna a partire da case e spazi occupati, dai quartieri e dall'università. Questo è stato un anno molto intenso in città. Il Laboratorio occupato Morion ed il cantiere di Rebiennale insieme ad Anomalie urbane/IUAV hanno messo in pratica la riqualificazione urbana attraverso l'autorecupero dei materiali della Biennale. Un intervento volto alla residenzialità ed al turismo sociale come forme dell'abitare nel rispetto delle risorse energetiche e ambientali e del territorio, beni comuni. Questa esperienza connessa ai cicli di formazione e ad una produzione culturale riconosciuta a livello internazionale ed europeo parteciperà alla costruzione di Global Beach grazie al contributo del collettivo Exyzt ed al percorso di Planet Kurdistan sia nella Biennale d'arte contemporanea 2009 che alla Mostra internazionale del Cinema.
I lavori di autorecupero della spiaggia a San Nicolò Lido di Venezia sono iniziati nel 2004; dopo anni di abbandono, la spiaggia un tempo in concessione alla polizia ed attualmente di proprietà demaniale, è diventata uno spazio di incontro, di scambio e di confronto che appartiene alla città ed a tutti coloro che visitano Venezia in occasione della Mostra del Cinema. Questa zona di valore naturalistico è invasa dal cantiere di una grande opera, il Mose, ed assediato dall'industria balneare. Solo grazie alla sperimentazione ecosociale che ha permesso l'uso comune della spiaggia, nel 2005 si sono svolti i lavori di bonifica che l'hanno liberata dalle strutture in amianto.
I luoghi di accoglienza e le strutture che ospitano gli incontri, gli eventi musicali, artistici e le proiezioni di Global Beach 2009 sono realizzati e costruiti dal Sale-docks, Laboratorio Morion e dal Rivolta.

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LA CITTÀ, LA CRISI, IL COMUNE



«L'emergenza abitativa rischia di affondare Venezia»


Per mettere freno alla corsa impazzita del mattone l'Asc propone progetti di edilizia residenziale
Se l'esodo della popolazione è un grave problema per Venezia, l'emergenza più acuta, più ancora dell'invasione turistica e del moto ondoso, del degrado ambientale provocato da un secolo di devastazione della laguna e aggravato ulteriormente dalla grande opera Mose, è il problema della casa. I costi delle abitazioni sono diventati insostenibili per i residenti, gli sfratti si sono moltiplicati mentre tante case diventano locande e bed&breakfast. Negli ultimi anni, secondo l'Osservatorio Casa del Comune qualche migliaio di appartamenti del centro storico sono stati trasformati in alloggi per turisti. E ogni anno partono migliaia di nuove domande di cittadini veneziani che chiedono una casa pubblica. Ad accrescere le difficoltà di chi vive a Venezia, si aggiunge il degrado annunciato delle abitazioni con alti costi di manutenzione di case vecchie e malandate con problemi dovuti all'umidità.
Questa emergenza è stata affrontata dall'ASC che dopo una sperimentazione di autorecupero delle case occupate e degli spazi cittadini nel centro storico (riconosciuta a livello internazionale e dalla facoltà architettura attraverso il progetto Rebiennale) ha messo in cantiere e proposto un progetto pilota alla città e agli enti di gestione dell'edilizia residenziale, ATER. La realtà in cui si muove l'ASC con i cantieri sociali è un territorio oggetto di investimenti che privilegiano un elevato tasso di incremento in tempi brevi. Venezia sta subendo in pieno la crisi. Non si risponde ai bisogni degli abitanti e alle necessità di innovare e trasformare l'economia del turismo e della produzione artistica e culturale a cui il turismo in questa città è legato e questo diventa un meccanismo che distrugge le città e che porta all'abbandono, che rende gli spazi urbani prodotti standard dove si concentrano gli affari del turismo, un grande centro commerciale dove vendere prodotti culturali per tutti i gusti, dalla boutique grandi firme alla multinazionali del fast food, dalla bancarelle di paccottiglie made in Taiwan alla mostra d'arte contemporanea promossa dalla holding finanziaria di Pinault a Punta della Dogana.
La città diventata prodotto finanziario è stata espropriata ai suoi abitanti, ai cittadini, al patrimonio pubblico che si sta consumando senza prospettive mentre le sue infrastrutture e le sue reti sociali sono vitali per le imprese e per il mercato. Global Beach, nata e proposta dalle realtà cittadine, è anche un occasione per ragionare sull'economia del turismo che integri la questione della sostenibilità ambientale ed energetica e delle risorse, che valorizzi la coesistenza sociale, che affronti i costi della mobilità e dei mezzi pubblici con l'innovazione invece della messa in saldo dei prodotti nella città-vetrina e dei grandi cantieri che devastano il tessuto urbano.
*Cantieri sociali di autorecupero e autocostruzione

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