Dai centri sociali Rivolta e Morion la battaglia per l’accesso alle abitazioni dell’Ater. E nasce una COOP d’acquisto
ASC, Agenzia Sociale per la Casa, è una realtà di movimento che nasce a Venezia nel 1998, dando vita ad una campagna di occupazioni di case Ater sfitte da anni. Già nella scelta del nome, “agenzia”, si può cogliere la grande spinta degli attivisti a superare già da allora il vecchio percorso, ormai in declino, dei comitati per il diritto alla casa, proponendo invece un approccio totalmente diverso. ASC, già con la prima di una lunga serie di occupazioni, oltre cento, chiariva che “la lotta e la pratica dell’occupazione di alloggi, ha come obiettivo quello di dare voce ad una nuova composizione sociale, giovani precari, intermittenti del lavoro, che rivendicano la casa come parte di quel reddito di cittadinanza che non gli è né corrisposto né riconosciuto, nonostante il loro essere pienamente dentro le nuove forme di produzione e organizzazione del lavoro.”. Al centro delle attività dell’Agenzia, che ha come riferimento i centri sociali Rivolta di PortoMarghera e Morion della città lagunare, vi è anche la critica al concetto stesso di “pubblico”, inteso come bene che appartiene allo Stato ed è concesso al cittadino. ASC rivendica da sempre il passaggio delle case pubbliche del territorio, gestite da Ater che è una agenzia della Regione, al totale controllo e gestione da parte del comune. Il “pubblico – dicono gli attivisti – in realtà spesso è una sottrazione da parte dello Stato all’uso e al recupero, in chiave solidale e comune, di beni che potrebbero migliorare la qualità della vita di molti, e quindi dell’intera città”. Ci sono due forme di privatizzazione secondo gli occupanti, una è quella del mercato e una quella dello Stato: ambedue rispondono a criteri che nulla hanno a che vedere con i diritti sociali. In dieci anni di attività ASC ha dovuto subire anche un lungo processo per associazione a delinquere, istruito dalla Procura per tentare di criminalizzare questo percorso. Ma il mancato rinvio a giudizio deciso dal tribunale ha prosciolto i cinquanta indagati da ogni accusa. L’ultima battaglia in ordine di tempo è quella relativa all’accesso al credito. “Ci ripetono sempre che ormai l’80% dei cittadini è proprietario di casa – dicono dall’ASC – ma in realtà lo sono le banche presso le quali la gente chiede il mutuo per potersela pagare. E questo è il nuovo, drammatico problema di chi non ha nemmeno le buste paga, o ha un modello unico troppo magro a causa della precarietà”. Le case pubbliche vengono messe all’asta periodicamente dall’Ater, ed è proprio a partire da questo, e dal problema dell’accesso al credito, che ASC ha conquistato una delibera della giunta veneziana assolutamente innovativa: tutti i cittadini residenti potranno stipulare un mutuo per l’acquisto della prima casa dal patrimonio pubblico messo in vendita, avendo il comune come garante. Il mutuo, al tasso del 3.5%, sarà interamente garantito, comprese le spese di ristrutturazione, per vent’anni. L’amministrazione di Cacciari ha investito 25 milioni di euro in questa operazione, che risponde proprio a uno dei grandi problemi di questa epoca. Gli occupanti dell’ASC in terraferma hanno costituito una cooperativa d’acquisto, mentre per Venezia centro storico, dove le case non le vendono, stanno approntando un progetti di autorecupero. Attualmente le occupazioni dell’ASC coinvolgono circa cinquanta nuclei famigliari.
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